Big Data e AI convergono in una Mappa per proteggere la Biodiversità

Big Data e AI Convergono in una Mappa per Proteggere la Biodiversità

MOBI: La Mappa dell’Importanza della Biodiversità

Quale specie vive in quel determinato luogo?

Questa la domanda fondamentale ed i dati di base che i biologi e gli ambientalisti sperano di raccogliere e caricare nella Mappa dell’Importanza della Biodiversità (Map Of Biodiversity Importance), una nuova mappa dinamica presentata qualche settimana fa alla Esri Users Conference.

Se unita con altri dati geospaziali e con il Machine Learning, la mappa aiuterà gli ambientalisti a predire il destino di migliaia di specie in via di estinzione.

La Map Of Biodiversity Importance, o MOBI, è il risultato dello sforzo collettivo tra Esri, The Nature Conservancy, Microsoft e NatureServe.

La mappa, che è stata introdotta sul palco Lunedì 8 Luglio alla Esri Users Conference, ma che farà il suo debutto in pubblico solo questo autunno, combina 2.600 mappe dettagliate degli habitat di differenti specie raccolte negli ultimi 50 anni in un unico database consultabile ed utilizzabile da scienziati ed ambientalisti.

Un rivoluzionario impatto dei dati su metodi scientifici antiquati

“The Nature Conservancy ha lavorato sulla biodiversità e sulla mappatura della conservazione per oltre 25 anni, ma la maggior parte dei dati raccolti è sempre rimasta molto statica, costringendoci a sforzi che si traducevano sempre in obsolescenza e scarto di questi ultimi”, ha affermato Zach Ferdana, responsabile delle informazioni geospaziali di The Nature Conservancy. “MOBI aiuterà a cambiare questa staticità”.

Questo progetto rivoluzionerà la nostra capacità di creare una mappa dinamica, aggiornarla, aggiungere resilienza e tutti i moduli dei quali necessitiamo in un clima molto mutevole” ha detto Ferdana durante la conferenza stampa della Esri Users Conference.

“MOBI segna un significativo aggiornamento rispetto ai vecchi metodi utilizzati dagli scienziati per raccogliere, aggregare e analizzare i dati sul campo“, ha dichiarato il capo scienziato di NatureServe Healy Hamilton durante la conferenza stampa.

In passato non avremmo avuto in dotazione dispositivi mobili sul campo, ma solo un pezzo di carta sul quale qualcuno avrebbe dovuto appuntare il dato”, ha detto Hamilton. “Quel dato sarebbe poi stato eventualmente inserito in un database e  qualcuno, forse, lo avrebbe poi estratto da quel database e fatto un’analisi.”

“Ma con MOBI, le analisi esistenti possono essere rieseguite e aggiornate non appena nuovi dati raggiungono il database”, ha proseguito. “Questo è un punto di svolta per gli scienziati che cercano di sintetizzare informazioni migliori e metterle nelle mani degli ambientalisti per agire.”

“Sta davvero unificando la tecnologia mettendola nelle mani di persone che sono sul campo, creando un’infrastruttura dinamica in modo che informazioni preziose possano aggiornare i dati di cui abbiamo bisogno per il nostro processo decisionale quasi senza alcun ritardo”, ha concluso la scienzata.

MOBI e gli “Strati Predittivi”: AI e Machine Learning in azione

“Oltre a mappare semplicemente la posizione e il volume delle specie presenti negli Stati Uniti continentali, MOBI presenterà strati predittivi che utilizzano l’apprendimento automatico e la tecnologia AI per fare previsioni sulla vitalità delle specie sulla base di altre variabili come il clima, il terreno, la topografia e copertura del suolo”, ha detto Hamilton.

“Attraverso il Machine Learning possiamo guardare quelle variabili che fungono da indicatori all’interno di uno scenario ambientale e quindi comprendere e predire in quale altro ambiente si verificherà quella stessa combinazione di condizioni, ha detto. “Questo è ciò che ci consentirà di colmare le nostre lacune, perché non possiamo rilevare tutto dappertutto. Semplicemente non è possibile. È da qui che otteniamo la nostra mappa, che rimane comunque un’ipotesi, verificabile con mezzi dinamici e grazie all’aiuto di cittadini scienziati che possono aggiungere dati a piacimento”.

Il prodotto di punta di Esri, ArcGIS, rende la fusione dei dati geospaziali un processo relativamente semplice. Ma MOBI include anche strumenti di data science aperti, incluso il workbench di data science di Jupyter, in cui gli utenti possono introdurre modelli Python per aiutarli a comprendere le sfumature di specifiche aree.

“Per creare un geo-design, devi capire cosa c’è dove, quanto c’è e quanto velocemente sta cambiando”, ha detto Lucas Joppa, capo responsabile ambientale di Microsoft, durante la conferenza stampa. “E se fai questa semplice domanda su cosa sia dove, scopri cosa significhi esattamente la Mappa dell’Importanza della Biodiversità per alcune specie davvero importanti – quando invece fai questa domanda in generale, ti rendi conto che sappiamo molto, molto poco di ciò che deve essere fatto.”

Ciò che deve essere fatto, secondo l’opinione di molti all’evento ESRI, è una maggiore conservazione. “MOBI avrà un impatto diretto su questo”, ha affermato Sean O’Brian, presidente e CEO di NatureServe. “Questa mappa funzionerà come un percorso lungo il quale le persone potranno capire dove acquistare terreni per proteggere le specie minacciate e in via di estinzione”, ha affermato O’Brian.

Altri nomi importanti parlano dell’importanza della conservazione naturale

Alla Esri Users Conference ha parlato con la stampa anche la rinomata naturalista Jane Goodall, il cui lavoro pionieristico con gli scimpanzé a partire dal 1960 ha contribuito a galvanizzare gli sforzi di conservazione in Africa. La Goodall ora trascorre 300 giorni all’anno viaggiando e diffondendo il messaggio della necessità di conservazione delle risorse naturali.

“Se non proteggi l’habitat, non puoi proteggere le creature”, ha detto la Goodall durante la conferenza stampa. “Proteggendo la foresta, proteggiamo la biodiversità della foresta. Senza la biodiversità, la foresta non sopravviverà. Quindi tutto si lega insieme. È tutto correlato.”

La Goodall ha parlato a fianco di Jack Dangermond, presidente e fondatore di Esri, ed E.O. Wilson, un biologo americano.

Dangermond, che ha studiato ingegneria del paesaggio alla Cal Poly Pomona prima di creare il precursore di ArcGIS presso l’Università di Harvard nel 1969, è diventato uno dei principali ambientalisti della sua generazione nel 2017, quando lui e sua moglie Laura hanno donato 168 milioni di dollari al Nature Conservancy per proteggere un lotto di 24.000 acri di terra sulla costa del Pacifico vicino a Santa Barbara.

MOBI è il risultato diretto dello sforzo di salvare quel tratto di terra in gran parte incontaminato, precedentemente chiamato Bixby Ranch, dove i Dangermond sono andati in luna di miele dopo essersi sposati.

“Alcune settimane prima che fosse annunciata pubblicamente, nel Dicembre 2017, Jack ci ha chiamato e ha detto che voleva quella mappa per l’intera Nazione, dove altre persone possono sapere dove investire”, ha detto Hamilton di NatureServe. “I suoi amici sapranno così dove proteggere le specie più minacciate.”

“Stiamo entrando in un’epoca in cui praticamente tutto ciò che si muove e cambia verrà misurato”, ha affermato Dangermond, che è sembrato ottimista sul fatto che possiamo usare i dati per comprendere meglio “il sistema nervoso del pianeta”.

“Seguendo la comprensione, possiamo quindi eseguire azioni intelligenti”, ha detto Dangermond. “I designer del mondo – ingegneri, progettisti, tutti i tipi di persone che influenzano il pianeta, persino gli agricoltori – devono imparare a progettare in modo proattivo per creare il futuro, imparando a progettare usando la conoscenza geografica come base.”

“Se comprendessimo veramente le impronte che lasciamo dietro di noi, cambieremmo il nostro comportamento”, ha aggiunto. “Ma stiamo ancora discutendo di ciò che è a destra, di ciò che è a sinistra…continuiamo a parlare di stronzate politiche piuttosto che concentrarci su ciò che deve essere fatto, per creare una base scientifica per tutti noi sulla quale fondare un futuro migliore”.

Articolo liberamente tradotto da Datanami

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